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pubblicato il 22.01.2015

La città intelligente per Franco Amigoni

Franco Amigoni, CEO di Sincron Polis e co-fondatore di Connected City Council, rete d’imprese per lo sviluppo di comunità e territori attraverso la gamification, intervistato durante la conferenza tenuta all’ Impact Hub di Milano espone così la sua visione della città intelligente. 

Si parla molto di smart cities, ma cosa rende davvero una città smart?

Una città “smart”, intelligente, è una città che ha una forte comunità smart, in grado di perseguire un’alta qualità della vita utilizzando al meglio gli strumenti a disposizione. Questo significa porre al centro dell’attenzione le persone, i cosiddetti “city users” attuali e potenziali, le loro necessità e i loro desideri. Per essere comunità intelligenti occorre allora interpretare le tecnologie straordinarie oggi a disposizione come strumenti abilitanti e non come fini in sè. Tant’è vero che l’assessment smart che la mia azienda, Sincron Polis, ha messo a punto con la rete di imprese Connected City Council prevede la valutazione di circa 40 tematiche chiave, una buona parte delle quali hanno alta valenza organizzativa e culturale e bassa componente tecnologica. Perseguire questo obiettivo significa in primo luogo accingersi ad affrontare un grande gap culturale tra i vari portatori di interessi.

In che modo la gamification aiuta le città a diventare smart?

Oggi uno dei grandi problemi che affliggono i territori è il distacco tra i cittadini e i policy makers. Occorre colmare quanto prima questo distacco, alimentato dalla crisi, se si intende tornare a crescere. La gamification è uno strumento molto potente per generare engagement, per “spiazzare” gli interlocutori e far emergere pensieri e strutture di relazione molto profondi e quindi progetti di grande valenza strategica.

Che ruolo hanno pubbliche amministrazioni, imprese, scuole e cittadini nella creazione di città più intelligenti?

Tutti i soggetti citati devono essere messi in condizione di fornire il loro pezzo di visione del futuro e di integrarlo con gli altri. Rinnovare le modalità di partecipazione utilizzando le tecnologie oggi sul mercato e facilitando il percorso anche con i serious games.

Qual è l’impatto delle smart cities sulla vita urbana?


La città smart è una città più inclusiva, più sostenibile, più piacevole da vivere. E’ una città che pensa al proprio futuro con chiari scenari e le risorse per perseguirli.  Lodi e Trento, dove sto lavorando su questi temi, sono considerate già molto smart dalle classiche classifiche ufficiali dei media, ma l’importante non è essere davanti nelle classifiche. Lo si è visto a Genova purtroppo. L’importante è far convergere in modo strutturato amministratori, dirigenti, associazionismo e semplici cittadini verso un nuovo rinascimento urbano. Sembra un programma ambizioso, e lo è. Oggi non può essere altrimenti.

 

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